sabato 14 gennaio 2017

Fabrizio Carollo, il Mostro contro il trend

Se c'era qualcosa che davvero mi mancava, fino a qualche attimo fa, era prendermi cura di questo piccolo blog personale. Preso da mille avventure internettare ho colpevolmente tralasciato lo spazio dal quale è nato tutto, tutta la passione, i sogni, le primissime soddisfazioni. E' partito tutto da qui.




Fabrizio Carollo. Bene. Lui è un amico, una delle migliori conoscenze fatte in questi anni di blogging, una di quelle persone fantasiose di cui è bello circondarsi. Eh sì, quel mostro di Fabrizio!
No, non intendo denigrare le sue qualità morali dicendo ciò ma, al contrario, mi piacerebbe usare l'espressione "mostro" nell'accezione più positiva possibile per uno scrittore quale lui è. Lui è uno che con la penna in mano sa torturare ben bene chi lo legge. E' uno che con il brivido ci sa fare.


"Il Mostro della Mannaia" è proprio il suo ultimo titolo che il sottoscritto ha appena finito di leggere in notturna. Dobbiamo dir qualcosa? Sì. Tanto per cominciare, non fate il mio stesso errore: non leggetelo di notte! Quello che ho fra le mani è un thriller decisamente e fortunatamente fuori moda. Una trama che vive di semplicità e della quale non voglio svelare un granché. Mi limiterò a banalizzare: un gruppo di inquirenti sulle tracce di un serial killer tornato sulla piazza. Ma è tutto il corredo che fa la differenza. I personaggi di Carollo sono studiati e calibrati alla perfezione: ognuno ha la sua chicca, il suo "turning point", la sua storia frantumata fra privato e pubblico, tutti uniti dalla caccia all'uomo. Non si tratta di supereroi, di uomini della legge straripanti, di Manuela Arcuri delle fiction su Canale 5. Ci vengono proiettati individui comuni che hanno tutto il loro mondo da raccontare con debolezze, affetti personali, amori, paure e tenerezze.



Stiamo parlando di atmosfere di altri tempi. Il richiamo al primo Dario Argento è evidente e questo rende il lavoro un insieme di idee regolari, sospese, che liberano la loro potenza espressiva a poco a poco. Un racconto che, a tratti, si fa attendere lasciando grandi spazi alla suspence, all'introspezione psicologica e a descrizioni contestuali. Ma "Il Mostro della Mannaia" libera la sua potenza primordiale e, quando questo succede, viene fuori il Carollo dell'orrore, del sangue, delle grida lancinanti e degli ultimi respiri. L'horror è lì proprio in apertura. Una scena da tortura medievale che rende l'idea di cosa sarà lo sviluppo del romanzo. Lei strilla, grida, piange in un ambiente buio, legata in mezzo al nulla fra tenebre, rumori inquietanti e fluidi corporei vari. Una mannaia che mette fine alle sofferenze con un colpo netto. Un suono orribile, atroce entra nelle viscere del lettore.


Perché comprarlo? Beh, da buon lettore del genere devo dire che trovare qualcosa che vada contro il noir di tendenza a vantaggio di un thriller più lavorato e più lento ha stuzzicato le mie papille gustative. Carollo è uno scrittore attento a non perdere la sua identità artistica, caratteristica tutelata proponendo omaggi alle sue influenze che difficilmente deluderanno i nostalgici del sangue anni '70 - '80. Non solo, penso che romanzi "revival", come definirei questo Mostro, possano essere di insegnamento e ispirazione per le future generazioni di scrittori, costretti a vivere in una condizione di mercato intellettuale sempre più spesso legata al trend. E lo sappiamo, il trend ha i paraocchi.


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